Tra pochi giorni tornano i Cannes Lions. Tornano, perché sono di nuovo in presenza dopo due anni da remoto causa Covid.
Per prepararci al più importante festival della creatività mondiale, vi propongo una selezione dei Grand Prix dell’altro grande festival d’oltreoceano, i Clio Awards.
Iniziamo con The Lost Class, uno shockvertising di Leo Burnett, che ha invitato l'ex presidente dell'NRA David Keene e l’economista pro-armi John Lott alla consegna dei diplomi della James Madison Academy, università fittizia. Quando Keene e Lott sono saliti sul palco si sono trovati di fronte a 3.044 sedie vuote, una per ogni studente morto nel 2021 a causa di armi da fuoco.
Aveva vinto un Grand Prix a Cannes lo scorso anno, e ora ne ha vinto uno anche al Clio: Dove ha giocato sul paradosso (che ricorda la campagna “You’re so beautiful” di Nike) di mostrare la bellezza morale dei brutti segni lasciati dalle mascherine, e dagli apparati di protezione, al personale ospedaliero durante la pandemia.
Un’altra idea già premiata a Cannes - lo scorso anno nei Pharma Lions - e che ora si è aggiudicata un Grand Prix al Clio, è Sick Beats: con una tecnologia, abbinata a Spotify, per aiutare i bambini affetti da fibrosi cistica a vivere la terapia in maniera meno spiacevole.
Altra idea già premiata a Cannes lo scorso anno è Shutter Ads di Heineken, che ha aiutato i bar durante il lockdown pagando le loro serrande abbassate come spazi media.
Cosa succederebbe se il Black Friday fosse Black Owned? È quello che ha fatto Google, in collaborazione con le Black Chambers statunitensi: ha trasformato lo shopping day per antonomasia in un Black-Owned Friday, con una campagna interattiva e un video shoppable con la partecipazione del rapper T-Pain, vincitore di un Grammy, e della cantante Normani.
Spostandoci sul tema salute, in concomitanza con la Giornata Mondiale contro il Cancro, la Lebanese Breast Cancer Foundation ha lanciato The Bread Exam, una campagna che utilizza l'impasto del pane come metafora per mostrare alle donne come controllare il proprio seno come gesto di prevenzione. (I nerd dell’advertising noteranno l’assonanza con un’altra metafora alimentare del seno, questa volta limoni, utilizzata nel 2017 per Knowyourlemons… approccio creativo simile, ma tutta un’altra esecuzione).
Restando sulla categoria Health, un’altro Grand prix che voglio segnalare è Degree Inclusive, un bellissimo product design (form meets function) per realizzare un deodorante utilizzabile davvero da tutti, con un bel copywriting che esprime un purpose (implicito) altrettanto bello: “everyone has the right to sweat profusely”.
Ultima segnalazione, Malnutrition Facts di Dole, una iniziativa Out Of Home di utilizzo creativo dei cassonetti e dell’immondizia come spazio media per fare awareness sullo spreco di cibo.
Esito del Check-Up
Il vero trionfatore di questi Clio Awards è il purpose.
Ora, che cosa è il purpose? Non è genericamente “fare qualcosa di etico”, è fare soldi facendo anche qualcos’altro: è perseguire il proprio interesse perseguendo l’interesse comune, è ripensare - e comunicare - la Brand per far convergere interesse dell’azienda e interesse delle persone. Non è solo un modo nuovo di fare comunicazione, è un modo nuovo di fare, e di concepire il, business.
Se una newsletter non ti basta, ora puoi anche leggere il libro del Dottor Copy su “La salute delle Brand ai tempi del contagio”, acquistabile su Mondadori Store, Amazon, o direttamente sul sito dell’editore. Buon lettura 😉